Decreto Salva Casa: cosa cambia davvero per chi possiede un immobile

Il 27 luglio 2024 è stata ufficialmente pubblicata in Gazzetta Ufficiale la Legge n. 105, che ha convertito con modifiche il Decreto-Legge 69 del 29 maggio, noto come Decreto Salva Casa. Si tratta di un importante passo avanti nel mondo dell’edilizia italiana: un provvedimento che semplifica le procedure per sanare piccole irregolarità edilizie, dando nuove opportunità sia ai proprietari che desiderano vendere o affittare, sia a chi sta valutando l’acquisto di un immobile.
Quali abusi edilizi possono essere sanati?
Il Decreto non apre la porta a tutte le irregolarità, ma si concentra sulle difformità minori. In altre parole, consente la regolarizzazione di interventi che non compromettono la sicurezza o la commerciabilità dell’immobile. Rimangono esclusi gli abusi più gravi, come l’assenza totale di titolo edilizio o le costruzioni completamente fuori norma.
Le principali novità: cosa prevede il Decreto Salva Casa
Tra gli aspetti più rilevanti c’è sicuramente la possibilità di recuperare i sottotetti e trasformarli in unità abitative, a patto che vengano rispettati i limiti previsti in termini di altezza e superficie. Un’occasione interessante, soprattutto nelle grandi città dove lo spazio abitativo è sempre più richiesto.
Altra grande novità riguarda l’edilizia libera: ora è possibile installare elementi come vetrate panoramiche amovibili (VEPA), pergole o tende da sole senza dover chiedere permessi specifici, semplificando interventi molto richiesti da chi vuole valorizzare terrazzi e balconi.
Viene inoltre semplificata la procedura per attestare lo stato legittimo dell’immobile, fondamentale per chi intende vendere o acquistare senza brutte sorprese. E non è finita qui: anche il cambio di destinazione d’uso diventa più semplice, a condizione che non siano previste nuove costruzioni. Per esempio, trasformare un ufficio in un appartamento o in un bed & breakfast ora è molto più accessibile.
Regolarizzazione più semplice e meno burocrazia
Uno dei punti più attesi riguarda la semplificazione delle sanatorie. Grazie all’eliminazione dell’obbligo della cosiddetta “doppia conformità”, è oggi più semplice regolarizzare alcune difformità edilizie, riducendo i tempi e i costi per chi desidera sistemare la propria posizione.
Inoltre, cambiano i parametri relativi all’agibilità: le nuove norme consentono di ottenere l’agibilità anche per alloggi con altezze interne inferiori rispetto al passato (fino a 2,40 m) o superfici minime ridotte (20 mq per una persona), ampliando così il ventaglio di immobili che possono essere riconosciuti come abitabili.
Sanzioni più chiare (e più severe)
Naturalmente, le nuove opportunità arrivano con regole più stringenti anche sul fronte delle sanzioni. Le opere abusive realizzate senza permesso o in difformità possono essere oggetto di demolizione, anche se ora è prevista una maggiore flessibilità nei tempi (fino a 240 giorni in caso di difficoltà economiche o di salute documentate).
In alcuni casi, i Comuni potranno addirittura vendere gli immobili abusivi, subordinando la cessione all’obbligo di demolizione da parte del nuovo proprietario. Un chiaro segnale: le irregolarità non sono più tollerate e vanno sanate quanto prima.
Un focus sul valore dell’immobile
Interessante anche la nuova modalità di calcolo del valore venale degli immobili: verranno considerate eventuali opere abusive e i costi necessari per la loro rimozione. Chi ha commesso l’abuso non potrà acquistare l’immobile in questione, a garanzia della trasparenza delle compravendite.
Inoltre, per gli interventi realizzati in parziale difformità (soprattutto se precedenti al 1977), sarà possibile procedere con una regolarizzazione più snella, grazie al nuovo art. 34-ter. In assenza di documenti, il tecnico incaricato potrà attestare la data dell’intervento, assumendosi la responsabilità legale.
Tolleranze costruttive e tempi di risposta
Il Decreto introduce anche nuove regole sulle tolleranze costruttive, ovvero quelle piccole variazioni che spesso emergono tra il progetto e la realizzazione effettiva. Più l’immobile è piccolo, maggiore sarà la tolleranza ammessa. Per esempio, per immobili sotto i 60 mq si potrà avere una tolleranza fino al 6%.
Infine, cambiano anche i tempi di risposta della pubblica amministrazione: 45 giorni per le richieste legate a permessi di costruire e 30 giorni per quelle presentate tramite S.C.I.A. Trascorso questo termine, vale il principio del silenzio-assenso.
Un’opportunità da cogliere
Il Decreto Salva Casa 2024 rappresenta una svolta importante per chi possiede immobili con piccole difformità. La possibilità di regolarizzare la propria abitazione in modo più rapido e meno costoso offre un’occasione unica per aumentare il valore dell’immobile, facilitarne la vendita o l’affitto e, soprattutto, vivere in serenità.
Se possiedi un immobile e vuoi sapere se rientri nei casi previsti dal Decreto, contattaci: il nostro team è a disposizione per una consulenza personalizzata. Mettere in regola la tua casa non è mai stato così semplice.
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